Terapia pedagogica del disagio emozionale nel bambino, nell’anziano e nel disabile
Sorprendenti oggi sono gli effetti benefici provocati in determinati soggetti dalla terapia assistita attraverso l’animale domestico. Questa, infatti, è la traduzione dell’espressione inglese “Pet-Therapy”. Lungi dal considerare la Pet-Therapy un rimedio universale, si è tuttavia osservato che il contatto fisico e visivo con animali domestici, influisce positivamente sulla sfera psicologica di soggetti particolarmente introversi, insicuri, o che tendano all’isolamento, suscitando in essi interesse e senso di responsabilità.
La nostra società fa dell’uso e del relativo abuso di sostanze stupefacenti una sua caratteristica peculiare; infatti, oggi, è comunemente ritenuto giusto utilizzare droghe per raggiungere stati mentali “apparentemente positivi”, di qualunque tipo essi siano. E in risposta a ciò, la ricerca scientifica immette sul mercato sostanze stupefacenti sempre più specifiche e mirate ad ottenere tali effetti.
Nel 1932, Burril B. Crohn, un medico americano, diede il suo nome alla malattia descrivendo 14 casi della malattia localizzata nella metà terminale dell’intestino tenue (ileo). Sembra importante sottolineare, nell’eziopatogenesi del morbo di Crohn, gli aspetti di multifattorialità; inoltre, rispetto al rapporto mente-corpo, emerge un quadro di influenza bidirezionale o reciproca.
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