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La vita è breve indugio in uno stato di apparente quiete: la sosta che ci tocca il cuore, allorché la corrente, perché non vista, sembra che cessi dal suo moto fatale, e il nostro destino sembra mutare. Allora con timorosa speranza guardiamo le nostre persone e tutte le cose ancor trattenute nelle note forme che la volontà di Dio sostiene. Da questo tremo di congedo nasce il nostro amore ed ogni nostra breve felicità. Tutto sfugge da noi: anche i nostri morti. E tutto noi vorremmo trattenere. Deboli argini sono croci e memorie: illusione il volerci perpetuare nei nomi e nei segni, che si posano come foglie secche sulla pietra. E la vita, che sembrava ferma, è già lontana e mutata nell’atto che prende il nome di storia. La nostra esistenza è un incessante saluto alle cose che passano, con noi che passiamo. O care forme, non dileguate nella cenere. O note voci, non vi spegnete nel silenzio eterno. Giovinezza, rallenta il tuo corso: oscuro artefice, ferma il mutare della nostra carne che si consuma. Care consuetudini delle nostre giornate, restate ancora un poco! Così implora il nostro cuore temente. Il sole sorride sulla cima dei monti, sulle foreste, sul tranquillo specchio dei laghi. E nulla sembra che si muova intorno. Guardiamo, ma nulla si vede di quel che si perde della nostra vita in ogni istante. Nino Savarese
RACCONTI DAL DIARIO DI PAOLINO GERVASI E GIOVANNINA GERRATANA
Sicilia, 1943. Nella tragedia del secondo conflitto mondiale nasce il tenero amore tra Paolo, telegrafista ennese richiamato in servizio a Ispica, e Vannina, che abita vicino al presidio militare. Paolo si innamora di lei a prima vista e, da quel momento, comincia a scrivere un diario. Prende appunti tutti i giorni, raccontando con scorrevole chiarezza sogni, eventi e sentimenti vissuti lungo la strada che lo porterà al coronamento del suo sogno d’amore. Una strada, però, che incrocerà il corso degli eventi storici, tra tutti lo sbarco degli Alleati, e sarà da essi influenzata.
Fernando Luigi Fazzi è nato ad Enna nel 1941 e vive a Mascalucia (CT). Si rivela nel 1977 con la raccolta di poesie, in dialetto ennese, intitolata “Cumpagni arrivigghiativi” (Compagni svegliatevi), Catania, Edigraf. A quel periodo risale una sua fervida attività culturale: fonda con altri il “Circolo di cultura popolare” di Catania; stringe una feconda amicizia con il poeta Ignazio Buttitta di Bagheria; fonda, insieme all’amico Francesco Geracà, il teatro d’arte contemporaneo detto “Cat Comedia”. Nel 1980 partecipa con il lavoro teatrale, “Avventuri e amuri d’un certu Don Giuvanni, tra virità e liggenna” (Avventure e amori d’un certo Don Giovanni, tra verità e leggenda), alla “Prima Rassegna del Teatro Novità di autore siciliano”, e si aggiudica il prestigioso primo premio. Il lavoro, viene rappresentato dal “Teatro Gruppo” di Catania in tutta l’isola, anche nel Castello di Lombardia ad Enna, normalmente dedito a spettacoli lirici. Pubblicato dalla Casa Editrice Todariana nel 1979 ne “I Trovieri”, antologia critica dei poeti dialettali e alloglotti, viene recensito e segnalato come poeta della Koinè siciliana…oggi scrive e rielabora poesie, romanzi e saggistica.