Il libro spazia dall’autobiografia alla satira, raccontando anche – con vivaci pennellate – la vita quotidiana di Mineo da sempre città madre della poesia. L’autore, attraverso i suoi versi, è “proiettato” verso la religione e i grandi temi sociali, con l’attenzione rivolta ai principali misteri della cristianità, alla questione meridionale e alla pervasiva mentalità criminale fortemente presente in molte zone dell’amata Sicilia (e non solo). In queste liriche inoltre, si legge la giusta critica verso un sistema politico quasi totalmente indifferente alle necessità e aspettative del meridione unendosi all’amara constatazione dello strapotere della criminalità organizzata, inducendo l’autore a ritenere la fuga verso lontani territori l’unica soluzione possibile agli uomini onesti per sottrarsi ad un «nero inferno».
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