C’è un filo conduttore che lega questi racconti ed è l’appartenenza ad una terra sempre bellissima ma crudele e disperata. Nei ricordi o nell’invenzione l’Autore trova il pretesto per offrirci uno spaccato anche storico delle vicende siciliane e riesce a scorgere una catarsi in quella salita del pero che diviene il simbolo di una libertà conquistata.
A lungo i miei ricordi sono stati avvolti nel silenzio, che però non li ha sopiti ma li ha racchiusi in un bolla fatta di attesa. Ho scoperto con gli anni che la scrittura ha un grande potere: non far dimenticare ed è per questo che ho voluto imprimere su delle pagine tre testimonianze di vita vissuta, una dei miei cari e due storie, che, per la loro singolarità, mi sono sembrate degne di essere raccontate.
Si tratta di una sorta di lungo racconto, ben delineato nel suo disegno strutturale, semplice nello svolgimento delle vicende, vivacizzate da dialoghi snelli, incisivi, e ancor più accattivanti là dove sono espressi in dialetto. La storia su cui è imperniato appare verisimile, specialmente se rapportata ai tempi in cui il testo fu elaborato, e tuttavia per tanti versi ancora attuale nonostante l’annosa distanza temporale.
Quello che il lettore andrà a leggere in questo libro non sarà il solito racconto, ma si troverà trasportato in una realtà troppo vera per essere vera e troppa assurda per crederci, dove i personaggi quasi Pirandelliani si mostrano così come sono e si svelano. Troverà un connubio, tra vero e non “vero” detto e non detto, che urla la realtà di un luogo senza tempo dove tutto è possibile.
Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.Ok